Autore:MANCINO ENEA
N. - M. :Tirana, 1944
Tecnica:Olio su tela applicata su tavola
Misure:18 x 25 cm
Anno:1994
Classificazione: Astratti, Moderni, Oli
Nella sua vicenda espressiva da tempo il pensiero immaginativo di Enea Mancino è innestato all’immaginario geometrico, alle sue evoluzioni nello spazio e nelle campiture di colore. In tale innesto di pensieri visivi è venuto a connettersi un dispositivo metarazionale, l’apporto delle virtualità digitali secondo la loro incondizionata e guidata elaborazione di forme e strutture sul piano d’immagine.
La scelta che l’artista ha fatto su tali procedimenti ha decisamente staccato l’ideazione e progettazione delle sue articolazioni geometriche da ogni tradizionale concezione manuale del dipingere per assegnarle alle individuazioni e orientamenti condotti con il Mouse’. Il servoemeccanismo elettronico di cui la mano dell’artista è il regista di un pensiero che dal quadro virtuale si va a definire sulle scelte che prenderanno corpo e visione, forma e colore sul supporto dell’opera. Indubbiamente qui è il pensiero che si è integralmente fatto immagine aderendovi in chiave di fantasia e concettualità.
Ogni elaborazione dell’opera pittorica è il frutto di un logico procedere e di una offerta telematica che Mancino sceglie e sviluppa nei termini del suo estro compositivo. Non ci sono costrizioni razionali o vie obbligate cui l’artista deve piegarsi nel rispetto del sistema digitale: le sue disponibilità, i suoi congegni lasciano anzi aperte le vie dell’incognito, le occasioni della casualità. Come vuole appunto la funzione fortuita di memoria del cosiddetto RAM (Random Access Memory) nel campo della generazione di immagini con il computer.
Specialmente tra gli artisti dell’immagine astratta come Mancino la disponibilità del virtuale ha dischiuso il campo di rappresentazione ad articolazioni e attraversamenti spaziali inediti in termini di coordinazione e disposizione tra forme e colori. La computer art offre un orizzonte di visione e realizzazione che sconfina dalle consuete inquadrature bidimensionali e tridimensionali, non solo per poter implicare movimento e varietà di punti di vista, ma anche per l’apporto di spazi e formulazioni del tutto autocostituentisi nel proprio sistema virtuale sino alla casualità. Questa è la condizione che pone l’operato dell’artista a cospetto del sistema virtuale con una finestra aperta non solo alla visione consapevole ma anche all’invisibile dell’inconscio.
Il lavoro più recente di Mancino ha raggiunto una sua felice elaborazione attraverso il sistema computerizzato, le sue geometrie sono pertanto veri e propri viaggi di pensiero virtuale nello spazio, nella festa del colore. Questa articolazione tra l’artificio telematico e la resa sul supporto del quadro non taglia i ponti con la pratica della stesura pittorica che anzi diventa campo di misura e verifica dell’esito compositivo. Si può dire che l’artista stia svolgendo una singolare assunzione e assimilazione del mezzo artistico, quello appunto di tradizione, alle vie della produzione virtuale, extrartistiche, alle sue sconfinate disponibilità di elaborazione sul piano disegnativo e di connessione dei campi cromatici.
Assunzione stabilita in modo versatile e di potenziale arricchimento sul piano della resa bidimensionale con quella tridimensionale, secondo, si sa, parametri che il virtuale ha inglobato. L’esito di ricerca in termini di formulazioni del segno astratto e delle sue declinazioni risulta quanto mai illimitato nel campo aperto delle plurime geometrie di spazio e colore.
Dagli anni ’70 è tra i promotori di tutte le iniziative espositive della Galleria San Carlo di Napoli. Nel 1985 partecipa alla FIAC di Parigi e ad Art Cologne di Colonia. Nel 1986 è ospitato presso lo studio di Salvatore Presta, a Genova, e partecipa alla rassegna Le prove della qualità, in cui espone, per la prima volta in Italia, Carmelo Arden Quin. Nello stesso anno partecipa all’XI Quadriennale di Roma e alla Universität des Landes Hessen, K18, Kassel. Invitato da Piero Dorazio, nel 1987 partecipa alla XXX Biennale Nazionale d’Arte Città di Milano, Palazzo della Permanente. Prende parte a Napoliscultura, Palazzo Reale Napoli, 1988. Dal 2009, l’attività espositiva internazionale s’intensifica con la partecipazione a numerose mostre, tra cui Museo de Arte Contemporáneo Francisco Narvàez Polamar, Venezuela; Museum Geometric and Madi Art, Dallas (USA), 2010, Simposio e Mostra Internazionale, Accademia d’Ungheria, Roma; Convergenze geometriche, Reggia di Caserta, Caserta; Buda University, Budapest, Ungheria; Rassegna MADI, Complementarità, Castel dell’Ovo, Napoli; MADI Una geometria oltre le regole, Museo Atelier Tadini, Lovere (Bergamo); Group, Factory 49, Sydney (Australia); Madi oltre lo spazio, Galleria Monteleone, Palermo; Madi Group, Sarvisvaara (Svezia); Jorge Hulian Gallery, Miami (USA); Galeria Arte Diez, Caracas (Venezuela); Orie Art Gallery, Tokyo (2014). Vive e lavora a Napoli.