Guido Casciaro, Lago d’Averno

Autore:CASCIARO GUIDO

N. - M. :Napoli, 1900 - 1963

Tecnica:Olio su tavola

Misure:37 x 52 cm

Anno:1946

Classificazione: Paesaggi, Marine, Antichi, Classici, Figurativi, Oli

Note Critico - Biografiche

Guido Casciaro

Napoli, 1900 – 1963

 

Lago D’Averno

dipinto di casciaro guido raffigurante il lago d'averno
Guido Casciaro, Lago d’Averno, olio su tavola 37 x 52 cm del 1946

 

Guido Casciaro

Guido Casciaro. Se la prima fase di attività risente degli insegnamenti paterni in direzione del paesaggio, come confermano le opere presentate alla Promotrice del 1920, entrambe vedute dell’isola di Capri, Guido Casciaro trova una autonoma ricerca nella scelta di essenziali ambientazioni cittadine, realizzate prevalentemente ad olio. Attraverso numerose partecipazioni a Esposizioni (Cassese in Picone Petrusa 2005), la prima personale è del 1924, si avvicina alla poetica antilirica di Crisconio (Ricci 1953) e alla spazialità metafisica di De Pisis. Il bisogno di rinnovamento lo porta ad essere tra i fondatori del Gruppo Flegreo con cui gli artisti napoletani cercano di collegarsi al fermento dei grandi movimenti europei. Numerose vedute urbane, assieme a quelle della periferia della città, sono riprese dalla casa di famiglia di via Luca Giordano, luogo simbolo e crocevia di appassionate discussioni sulle trasformazioni in atto. Con vedute della città di impronta espressionista partecipa alle Biennali del ’34 e ’36. La stessa accentuazione cromatica ed estrema nitidezza del segno saranno utilizzate per il dipinto Ritratto di mia moglie presentato alla XXI Biennale del 1938 nella sala 6 della Sezione in concorso dedicata alle Pitture di Ritratti e Paesaggi. Nell’opera, a cui non sembra estranea la ricerca post-impressionista di Cézanne e l’uso del colore che modella plasticamente le forme, il pittore si dedica allo studio della figura con composizioni di grande intensità: Donne al sole (’40), Giovina in terrazza (’41), La sposa (’42) . Nel corso degli anni Quaranta intensifica la produzione di nature morte di ispirazione barocca in cui abbina allo studio delle fonti di luce riflesse sugli oggetti, quello dei piani di profondità. Come già adoperato per i ritratti, vere e proprie quinte teatrali fanno da sfondo scenografico che esalta nei contenuti l’oggetto in primo piano: Ricci di mare con veduta (’40) con un brano del golfo di Napoli sullo sfondo, presentato alla XXII Biennale o Natura morta (’45) con un vassoio poggiato su una sedia da cui si intravedono elementi di arredo. Dagli anni Quaranta insegna Decorazione pittorica all’Istituto d’Arte Palizzi e continua l’intensa partecipazione a collettive, in forte affinità speculativa con gli Artisti Vomeresi (Chiancone, Striccoli, Verdecchia, Girosi, Giordano, Biondi e altri). La prima retrospettiva del 1964, al Circolo Artistico Politecnico, è a cura di Carlo Verdecchia.

Maria Tamajo Contarini

(da 9centoNapoli 1910-1980 per un museo in progress. Electa Napoli)

 

 

 

 

MarcianoArte, galleria d’arte e cornici, Napoli

Salvatore Marciano

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